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Pensavo di avere a che fare con i misconosciuti cugini dei Lynyrd Skynyrd,
invece i Boogie Stuff non sono americani ma tedeschi, e potremmo tranquillamente
considerarli un'istituzione di ciò che loro definiscono "Heavy
Duty Blues Rock", dato che la loro missione prosegue da oramai 15
anni. Questo "Have Mercy" è una chicca che tutti gli
amanti dell'Hard Rock sudista e blueseggiante non si devono assolutamente
perdere, e passo subito ad elencarvi le motivazioni a corredo del mio
sentito consiglio. "Have Mercy" gode di una produzione senza
macchia alcuna realizzata presso lo Sky Studio di Monaco di Baviera e
guidata dall'esperto Bobby Altvater, anche chitarrista degli Affair. Il
packaging è curato al dettaglio, e così in balia della sindrome
da perfezione cronica tedesca, spunta un'edizione digipack sul quale artwork
troneggia una 44 Magnum impreziosita da realistici basso rilievi, ed un
Cd sulla cui superficie superiore è dipinto un tamburo completamente
carico. Ma il meglio deve ancora arrivare perchè in "Indian
Of The Group", "Who Did You Love" e "Black Limousine",
registrate dal vivo, troverete dietro al microfono una leggenda vivente
del rock quale Jimmy Carl Black, leader dei Geronimo Black, batterista
di Frank Zappa e della band che lo accompagnò, ovvero i Mothers
Of Invention. Tuttavia, i brani qui riproposti appartengono proprio alle
avventure discografiche che Carl Black, nelle cui vene scorre pure sangue
Cheyenne, ha condotto privatamente o con artisti differenti da quelli
citati in precedenza. Lungo "Have Mercy!" troverete un gran
numero di covers convertite al bisogno alle tipiche sonorità dei
nostri. E' così che scorrono l'immarcescibile "Don't Believe
A Word" dei Thin Lizzy, "Shake" di Jim Suhler (Destroyers),
la spassosissima "Funny Town" hit dei Lipps Inc. di Steven Greenberg,
ideale colonna sonora per l'Oktoberfest, "Just Got Paid" degli
ZZ Top, "Homesick" dei The Atlanta Rhythm Section e "Muddy
Water" opener scritta da Geronimo Black, figlio di Jimmy. Fra le
songs originali spicca la calda e rilassata "Long Way To Memphis"
che al pimo impatto mi ha fatto pensare a qualche episodio estratto da
"Van Zant II" (2001, SPV). "Bad Boys" mostra una verve
più elettrica grazie al prezioso apporto del chitarrista solista
Horst Tolks e corre verso lidi che potrebbero appartenere ai Bad Company
di "Company Of Strangers" (1995, Atlantic), periodo R.Hart per
intenderci. Da segnalare il pregevole assolo dell'organo guidato da Armin
Woods e le emozionanti evoluzioni delle backing vocals femminili di Omnita.
"Desert Night" è la mia song preferita dell'intero lavoro
e con il suo ritornello carico di pathos può assurgere a vero e
proprio inno, seguendo il cammino della celeberrima e conosciutissima
"Sweet Home Alabama". Il dolciastro profumo del Southern Confort
è mantenuto dall'ubriaco incedere della sessuale "Jungle Of
Chicks", che parla ovviamente di patatine e dollari. Se volete darvi
al rock'n'roll acrobatico c'è pure il tempo per lo scatenato e
breve Boogie Woogie di "Hello Baby", mentre a chiudere "Have
Mercy!" ci pensa lo strumentale "Racing Boogie" dedicato
al mondo delle formula 1 e delle ruote fumanti. Non fatemi sprecare proiettili
e fatica, comperate questo Cd ed avrò pietà di voi! Recensione realizzata da Rossi Bruno |
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